Lo skipper della Leonorso, dopo una carriera in giro per l'Italia ovale, è tornato al suo vecchio club, per il quale si da da fare sia in campo che dietro la scrivania
Luca Vigna, dopo una carriera da globetrotter, ha fatto ritorno in pianta stabile al club d'origine, la Leonorso Rugby Udine, nel quale da un paio di stagioni ricopre anche il ruolo di capitano del First XV. Si dice spesso che il rugby sia una sorta di malattia ereditaria. Nel caso dei Vigna il primo a subire il contagio del bacillo ovale è stato Giacomo, il fratello maggiore (classe 1976), che dopo i trascorsi da atleta tra serie A e Top Ten (San Donà e Viadana), è entrato nei ranghi della FIR come preparatore atletico. A ruota è stato il padre Pierpaolo a subire le malie di questo sport, al quale si è avvicinato dapprima per accompagnare il figlio e poi come tecnico e dirigente. Vigna senior è stato tra l'altro uno dei co-fondatori della stessa Leonorso. Luca, classe 1983, da sempre terza linea, non poteva che seguire le orme del fratellone e del papà. Ha iniziato a giocare a 12 anni e ha seguito tutta la trafila delle giovanili fino all'Under 16, per poi approdare alla Rugby Udine in Under 18. Da qui ha spiccato il volo verso la Benetton Treviso, con la quale ha vinto anche un titolo italiano Under 21.
Da Treviso a Silea la strada è breve. Luca inizia la sua esperienza in serie A con la formazione degli “Scoiattoli”, che presto si fonde con il Mogliano, dando vita al Rugby San Marco. Poi lascia la Marca per vestire la maglia del Brescia, sempre in serie A. Quindi un paio d'anni nella Capitale, prima tra le fila dell'Accademia Roma e poi della Lazio, entrambe in serie B. Di nuovo in serie A con il Recco; una parentesi breve ma memorabile in Sud Africa, insieme all'ex azzurro Wim Visser, nel Mosselbay, e a seguire il ritorno a Udine per due stagioni con la Rfc in serie A1.
Infine il ritorno nel 2011 al club che è stata la sua culla agonistica, la Leonorso. Non è solo lo skipper della prima squadra (incombenza nella quale è succeduto a Giovanni Piani), ma di fatto lavora a tempo pieno per la società, occupandosi del marketing, della comunicazione, della raccolta sponsor e dell'organizzazione di eventi. “La Leonorso è la mia famiglia – spiega – tra l'altro il club mi ha dato l'opportunità di mettere in pratica i miei studi (è laureato in Economia e comunicazione aziendale ndr). Quindi una prima parte della mia giornata è alla scrivania, mentre nell'altra scendo in campo per allenare ed allenarmi”.
“Seguo da tre anni lo stesso gruppo di atleti – continua – li ho presi in Under 14 ed ora sono in Under 16. Inoltre lavoro per il Centro di Formazione regionale (in pratica l'anticamera delle Accademie federali ndr), dove mi occupo della mischia, mentre Luca Nunziata segue i trequarti e Andrea Costabile è il preparatore atletico”.
Dopo aver perso la serie B per un solo punto nel doppio spareggio con la Reno Bologna (vittoria all'andata a Udine per + 4 e sconfitta al ritorno per -5 nella città felsinea) la Leonorso sta vivendo una stagione interlocutoria. “La passata stagione è stata piuttosto logorante a livello sia fisico che mentale. Quest'anno abbiamo perso pedine importanti, mentre abbiamo acquistato altri buoni giocatori. Insomma, siamo in fase di rinnovamento, ma nonostante questo il gruppo della prima squadra continua a crescere e con esso il senso di appartenenza a questo club”.
Piergiorgio Grizzo