Si tratta di Jacopo Schiavon, classe 1996, pilone sinistro (1,79 per 101 kg), che di recente ha esordito nel campionato di Eccellenza con la maglia del suo nuovo club, il Mogliano. Otto minuti di sostanza ed un paio di mischie chiuse nell'ultimo match giocato in casa contro il Prato (finito 64 a 7 per i trevigiani), che gli sono valsi una marea di complimenti e pacche sulle spalle. Jacopo è stato prelevato direttamente dall'Under 18 del club bianco blu per fare fronte all'emergenza infortuni della prima linea. E' un figlio e nipote d'arte, dal momento che il padre Federico ha giocato (tallonatore) in serie A con il Mirano, suo paese di origine, per poi accasarsi ad Aviano e vestire la maglia di Union Rapps Pordenone prima e Montereale poi. Lo zio Francesco è stato invece un valido mediano di mischia, anch'egli, sulle orme del fratello maggiore, con le maglie di Mirano e Pordenone. La madre, Elena Caccamo, è stata invece dirigente del Rugby Pordenone. Insomma, una “famiglia ovale”, che ovviamente ha gioito in coro per il debutto di “Jacky” in prima squadra.
“Ora il mio obbiettivo a breve termine è guadagnare ancora la fiducia dei tecnici della prima squadra – spiega il giovane Schiavon – ma soprattutto arrivare alle finali per il titolo italiano con l'Under 18 e magari giocare la finale per lo scudetto”. Un anno importante, insomma, nel quale dovrà anche conseguire la maturità al Liceo delle scienze umane “Leopardi – Majorana” di Pordenone.
Schiavon Junior ha iniziato a giocare a rugby a Montereale, per poi trasferirsi a Pordenone dove ha seguito tutta la trafila delle giovanili fino all'approdo quest'anno a Mogliano, dove tra l'altro gioca anche Dino Sutkovic, altro giovane atleta di prima linea, di origini bosniache, proveniente dal club naoniano, mentre Damiano Borean (pilone destro), anch'egli ex Rugby Pordenone, gioca alla Benetton Treviso e nella Nazionale di categoria.
Caustico, come sua abitudine, il commento del massimo dirigente della Federugby in Friuli Venezia Giulia, Francesco Silvestri: "In questo momento in cui si fa a gara nell'attribuirsi i meriti ed i successi degli atleti friulani che giocano in club veneti, mi domando quali risultati avrebbero potuto ottenere se fossero stati seguiti anche nei loro club di origine da allenatori moralmente e tecnicamente professionali come quelli che hanno trovato a Mogliano ed a Treviso solo ora”.
“E tutto questo – continua Silvestri - al di là del fatto che è l'atleta, oggi ed ogni giorno, a cercare di migliorarsi e che comunque il talento deve ancora confermarsi e ci vogliono anni per diventare come Zanni. Questa riflessione, al di là della soddisfazione per il singolo, deve farci appunto aprire gli occhi sulle occasioni perse."