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Spezziamo una lancia in favore del sistema accademie

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Daniela Colombo (Leonorso Rugby Udine) esprime il suo parere, frutto di esperienza personale e diretta, su uno dei temi più controversi del rugby italiano

antonio rizziIl sistema delle accademie federali, la loro utilità, l'organizzazione e il funzionamento delle strutture sono tra i temi più controversi e dibattuti del rugby nazionale. Molti sono i detrattori, ma le voci contrarie – e quindi favorevoli -  non mancano. Un dato è significativo: i pareri e le argomentazioni pro accademie arrivano solitamente da chi ha avuto un'esperienza diretta con le stesse, come, per esempio, i genitori degli atleti che le frequentano. Verrebbe da pensare che, come spesso avviene nel costume italiano, anche sull'argomento di specie spesso si esprimono giudizi senza avere sufficiente cognizione di causa. “Personalmente – spiega Daniela Colombo, presidente della Leonorso Udine e mamma di Antonio Rizzi, azzurrino dell'Under 18 – ci terrei a spezzare una lancia in favore delle tanto vituperate accademie federali. La nostra esperienza finora è stata assolutamente positiva”.

Antonio Rizzi, classe 1998, mediano d'apertura, espressione del vivaio della Leonorso, gioca con il Mogliano Rugby, con il quale nella passata stagione ha vinto il titolo italiano Under 18.  Attualmente sta affrontando il secondo anno scolastico-sportivo all'accademia federale, sempre a Mogliano. La struttura si articola tra il collegio “Astori” per l'accoglienza degli atleti e le aule studio e i campi del Mogliano Rugby per la parte tecnica.

“All'inizio – racconta Colombo -  ero decisamente contraria a lasciare andare mio figlio, ancora minorenne. Era un salto nel buio, oltretutto avevamo poche garanzie sulla validità della proposta scolastica e formativa, aldilà del rugby. Alla fine mi sono lasciata convincere da mio figlio, quando ho capito quanto erano granitiche la sua determinazione e la sua voglia di provarci”.

“Non entro nel merito della formazione tecnica, argomento che non mi compete, ma posso certamente affermare che ho visto mio figlio crescere, maturare sotto il profilo umano, diventare più sereno e quadrato, contento e gratificato da quello che fa. Il suo rendimento scolastico non ha risentito di una programmazione giornaliera che concede molto tempo agli allenamenti, anzi”.

All'accademia di Mogliano i ragazzi arrivano solitamente il lunedì per ripartire il venerdì sera, in tempo per aggregarsi ai rispettivi club per l'ultimo allenamento e la partita della domenica. La mattina vanno a scuola, seguendo ognuno il rispettivo percorso di studi. Rientrano al collegio “Astori” per pranzo e subito dopo si mettono sui libri. Dalle 5 del pomeriggio sono a disposizione dei tecnici. Lo staff a Mogliano è composto da Andrea “Ciro” Sgorlon, Francesco “Cocco” Mazzariol e Matteo Ambrosini, affiancati da altre figure professionali come medici, fisioterapisti e tutor per la parte scolastica. In tutto una decina di persone.

“In sintesi, il bilancio di questo primo anno e mezzo all'accademia è stato ottimo. La struttura e lo staff sono di grande spessore e crediamo di aver preso la decisione giusta nel momento in cui abbiamo assecondato il desiderio di nostro figlio di tentare la strada dell'agonismo di alto livello”.

 

Piergiorgio Grizzo     

Ultimo aggiornamento Giovedì 21 Gennaio 2016 21:42

A Udine un'importante vittoria per la pallaovale

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Inizia oggi l'attività della Udine Rugby Junior al Polisportivo Comunale di Pasian di Prato. In campo gli Under 14, a seguire tutti gli altri per un totale di quasi 200 tesserati, che si alterneranno con i calciatori. 

pasian di prato fotoL'eterna lotta tra il rugby e il calcio per la conquista di campi da gioco sempre più rari, richiesti e congestionati ha vissuto in questi giorni alle porte di Udine una vittoria storica per la pallovale.

Uno scacco agli stereotipi e ad una tradizione sfavorevole, che hanno sempre mosso istituzioni e amministratori a favore della palla tonda. La Udine Rugby Junior si è aggiudicata l'affidamento del Polisportivo Comunale di Pasian di Prato, cittadina che si trova appena oltre la cintura urbana del capoluogo friulano. Una struttura superba che si compone di 8 campi da gioco di varie dimensioni (di cui 2 con misure regolamentari per calcio e pallovale) per un totale di 60.000 metri quadrati, tutti illuminati, tribuna coperta da 500 posti, spogliatoi e altri locali da adibire a magazzini e palestra. 

E’ un segnale importante che le cose anche in Friuli Venezia Giulia stanno cambiando, senz’altro per merito dell’incremento negli ultimi anni dei tesserati dal rugby, frutto del lavoro dei club sul territorio e della giovane delegazione regionale FIR

La Udine Rugby Junior gestirà l'impianto di via Selvis con un affidamento pluriennale a beneficio dei suoi quasi 200 tesserati, ma anche delle società di calcio.  

Ultimo aggiornamento Lunedì 18 Gennaio 2016 14:37 Leggi tutto...

Il rugby friulgiuliano piange la scomparsa di Lorenzo Mancin

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Volto popolarissimo nel mondo della pallovale nostrana, è mancato mercoledì sera, stroncato da un infarto, mentre dirigeva un allenamento a Pasiano di Pordenone. 

lorenzo mancin fotoLa delegazione regionale della Federugby e tutto l'ambiente della pallovale friulgiuliana si stringono in un ideale abbraccio alla famiglia di Lorenzo Mancin, storico allenatore del Rugby Pordenone. Il popolare “Mancio” ha vissuto sui rettangoli di gioco buona parte della sua vita, come giocatore (con il fratello Silvano, prima negli Squirrels di Polcenigo, poi Union Rapps Pordenone), come apprezzatissimo allenatore dei settori giovanili e come dirigente. E su un campo da rugby è mancato, mercoledì sera,  tradito da un infarto, mentre insieme al compagno di panchina ed amico Mario Ferraiuolo, dirigeva un allenamento dell'Azzano Decimo nell'impianto di Pasiano di Pordenone. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo da parte dei rugbysti azzanesi e del personale del 118, sopraggiunto sul posto.

Con la prima squadra della società biancoazzurra Mancin, classe 1956, aveva iniziato a collaborare da circa un anno. In precedenza era stato una delle colonne del rugby pordenonese, dove erano emerse le sue doti di educatore e di tecnico del vivaio. Lorenzo Mancin lascia la moglie Antonella (a sua volta dirigente per anni nel rugby naoniano) e i figli Massimo e Federico, entrambi giocatori nella prima squadra del Pordenone Rugby. 

Piergiorgio Grizzo 

 

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