Il pilone pordenonese Damiano Borean pronto al debutto nel Sei Nazioni Under 20
Damiano Borean, classe 1997, pordenonese di Castions di Zoppola, è stato convocato dal commissario tecnico della Nazionale Under 20, Alessandro Troncon, per le prime due partite del Torneo delle Sei Nazioni 2016 di categoria. Un altro friulano, quindi, pronto a debuttare nella più antica e prestigiosa competizione della pallovale. L'ultimo in ordine di tempo era stato il flanker udinese Marco Lazzaroni ( classe 1995, cresciuto nella Leonorso e oggi in forze alla Benetton Treviso), sempre con la selezione Under 20.
Borean è un colosso di un metro e ottantasette centimetri per 110 chilogrammi. Gioca pilone sinistro in Eccellenza con la maglia del Lafert San Donà di Piave. Facendo gli scongiuri di prammatica, potrebbe esordire venerdì 5 contro i pari età della Francia allo “Stade Pre-Fleuri” di Nevers (ore 21, diretta su Rai Sport). Ha mosso i primi passi nel Pordenone Rugby, prima di passare alla Benetton Treviso e all'Accademia federale di Mogliano Veneto.
Il 2016 per lui si annuncia come un anno cruciale. “Adesso c'è il Sei Nazioni- racconta - e spererei di essere convocato per tutte e cinque le partite. Poi a fine giugno ci saranno i Mondiali Under 20, in Inghilterra, a Manchester”. Oltre alla pallovale c'è il diploma di perito meccanico-elettronico da prendere. “E' un guaio – confida - perché la seconda prova scritta della matura sarebbe il 23 giugno e i Mondiali finiscono il 25. Ma la Federazione ha già parlato con le scuole per me e per altri miei coetanei. In caso di convocazione per la rassegna iridata riusciremmo probabilmente a slittare di una decina di giorni l'inizio degli esami. Di sicuro però dovrò portarmi i libri in Inghilterra...”
Da grande Damiano vorrebbe fare il rugbysta professionista. “Magari in un grosso club inglese o francese”. “In ogni caso – continua – mi vorrei creare qualche opportunità anche fuori dal rugby, un'alternativa, se la mia carriera di sportivo per qualsiasi motivo non dovesse andare a buon fine. Fino a qualche tempo fa non ci pensavo, ma ora ho intenzione di prendermi la maturità e poi di continuare a studiare all'università, facendo qualcosa di legato allo sport, come scienze motorie, o dell'alimentazione ”. Nel frattempo a San Donà si trova a meraviglia. “Gioco in una società storica del rugby italiano, con un allenatore (il sudafricano Zane Ansell ndr) che crede nei giovani e che mi sta concedendo un buon minutaggio. La palestra ideale per crescere”.
“La mia settimana tipo? Mi sveglio alle 6 del mattino, prendo il treno e vado a scuola a Mogliano. Alle 15.30 sono di ritorno, mi preparo da mangiare, pranzo e poi mi metto sui libri. Alle 18 vado al campo per allenarmi. Mi alleno 4 volte a settimana con la squadra. In più c'è la palestra”.
“A San Donà vivo con altri 4 compagni di club. Nicola ed Egor, due italiani, e con Glen e Chucky, due neozelandesi. In casa si parla inglese ed è una bella occasione per perfezionarlo. Cosa che nel rugby internazionale è fondamentale perché tutti gli arbitri parlano solo ed esclusivamente inglese e il dialogo tra il direttore di gara e le prime linee in particolare nelle partite è importantissimo. Per il resto in appartamento ci concediamo qualche bel barbecue ogni tanto”.
“Gioco pilone sinistro, un ruolo nel quale sono stato impostato da Andrea "Ciro" Sgorlon, il mio allenatore all'Accademia di Mogliano. Sono un ball carrier e la squadra mi utilizza molto in questa mansione. Devo ancora migliorarmi molto nelle mischie chiuse e imparare a passare la palla più spesso, ma amo troppo andare a sbattere. Mi piace portare il pallone e andare a contatto, tutto il resto viene dopo. E' questa per me la vera essenza del rugby”.
Piergiorgio Grizzo