Comunicato stampa - Comitato Rugby FVG: quattro anni in numeri

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L’attuale Consiglio Direttivo del Comitato Regionale FIR Friuli Venezia Giulia si avvia alla conclusione del suo mandato: il 13 marzo prossimo le elezioni nazionali rinnoveranno i vertici della Federazione e, come prevede lo Statuto, subito dopo anche i Comitati regionali procederanno con la scelta del Presidente e dei Consiglieri per il prossimo quadriennio olimpico.

Nel tracciare un bilancio, dal punto di vista numerico, dell’evoluzione del movimento regionale in questo quadriennio (anche se in realtà si tratta di tre anni effettivi, dato che il Comitato si è insediato dopo le elezioni del giugno 2017), non si può non partire dalla fine: il 2020 è stato un “annus horribilis” a livello planetario ed ha avuto ovvie ripercussioni anche sull’attività sportiva, di fatto praticamente sospesa da quasi un anno (l’ultima attività ufficiale sui campi del FVG risale al 16/02/2020).

In questo contesto, il dato dei tesserati praticanti in regione registra un calo del 14.9%: senza considerare gli atleti che erano tesserati con gli Enti Scolastici, una tipologia di intervento nelle scuole che la FIR e le società hanno definitivamente abbandonato al termine della stagione 2016/2017, si è passati dai 2008 del giugno 2017 ai 1708 registrati a giugno 2020; è importante sottolineare nuovamente che la scorsa stagione si è di fatto chiusa a febbraio e normalmente gli ultimi mesi dell’anno sportivo fanno registrare un aumento dei praticanti del 10% circa. Per un ulteriore raffronto, l’ultima stagione conclusa “normalmente” aveva fatto registrare 1885 tesserati praticanti (-6% rispetto al 2017).

Si tratta in ogni caso di un calo dei praticanti, che si sta verificando anche a livello nazionale ed evidenzia come le strategie messe in campo per la promozione e sviluppo del rugby in regione debbano senz’altro essere potenziate in futuro. In questo senso un segnale di speranza arriva dal dato dei tesserati al 31/12/2020, che evidenzia – nelle categorie juniores (fino a 18 anni) – un calo di sole 49 unità rispetto al dicembre precedente, a testimonianza del grande lavoro svolto dalle Società, in collaborazione con il Comitato, nei difficili mesi della pandemia.

Per quanto riguarda il numero di Società affiliate, si passa dalle 28 del 2017 alle 23 del 2020, ma se si considera il numero di quelle che partecipano ad almeno un’attività federale ufficiale, il dato è praticamente costante (18 oggi rispetto alle 19 di tre anni fa), segno che le società esistenti si sono consolidate, anche attraverso rapporti di collaborazione reciproca che hanno permesso in alcuni casi di unire le forze per superare il problema del numero di atleti insufficiente in alcune categorie per affrontare adeguatamente un campionato.

“Gli ultimi 12 mesi ci hanno messo di fronte a sfide che nessuno di noi era preparato ad affrontare” commenta il Presidente Claudio Ballico, “ma vogliamo concludere il nostro incarico nel miglior modo possibile: nei prossimi mesi continueremo a lavorare per supportare le Società nel percorso che ci riporterà, speriamo in breve tempo, a poter giocare a rugby di nuovo. Un grande aiuto in questo processo arriverà dal clima di collaborazione tra le società che si è creato negli ultimi mesi: durante gli incontri online organizzati dal Comitato, i Presidenti hanno condiviso dubbi, problematiche e strategie adottate per proseguire l’attività”.

Nel periodo di inattività forzata sul campo, in ogni caso, il lavoro del Comitato si è concentrato in altre direzioni, come sottolinea il Tecnico Regionale Matteo Ambrosini: “abbiamo puntato molto sulla formazione dei tecnici, utilizzando il sistema delle videoconferenze per riunioni e corsi di aggiornamento online; per agevolare l’attività degli atleti abbiamo proposto test fisici ed esercitazioni da svolgere in forma individuale. Lo Staff Tecnico Regionale, inoltre, sta lavorando per migliorare i protocolli di intervento nelle scuole, che rimangono il nostro bacino primario per le operazioni di promozione e reclutamento, in modo da agevolare le società che vorranno far ripartire i progetti scolastici, quando sarà possibile”.